“Ci sono momenti che vanno condivisi assieme. E oggi è una giornata di festa per tutti noi e per un’intera città. L’arte del pizzaiuolo di Napoli è patrimonio di tutti”. Così ha scritto il maestro Enzo Coccia sui suoi profili social aggiungengo un cuoricino. Perché per le strade di Napoli oggi è davvero festa.
Pizza per tutti a colazione e per il resto della mattinata, anche nella variante fritta, per celebrare l’ambito riconoscimento atteso dal 2010. Da Brandi, col titolare Eduardo Pagnani, si sono ritrovati Attilio Albachiara, presidente dell’associazione Mani d’Oro, Umberto Fornito, vicepresidente dell’Associazione pizzaiuoli napoletani, Raffaele Biglietto direttore di Tuttopizza e Vincenzo Borrelli, vicepresidente della sezione turismo dell’Unione Industriale. Con loro, seduti ai tavoli, i giovani di Coldiretti con le bandiere gialle dell’associazione mentre i pizzaioli sfornavano pizze su pizze. In seguito esibizione dei pizzaioli acrobatici nella monumentale piazza del Plebiscito.
Da Sorbillo invece sono confluiti i titolari di alcune delle pizzerie più note della città, da Antonio Starita a Enzo Coccia de “La Notizia”, fino a Ciro Oliva di “Concettina e i tre Santi”. Ai passanti è stata offerta una pizza “a portafoglio”. Tutti insieme, con loro anche i fratelli Gino e Toto Sorbillo, hanno atteso il verdetto notturno nella sede di Capodimonte dell’associazione ‘verace pizza napoletana’. Fino all’esplosione di gioia nel cuore della notte quando è arrivato l’annuncio dalla Corea che sanciva il riconoscimento dell’Unesco.
“L’Arte del pizzaiolo napoletano è Patrimonio dell’Umanità, la pizza napoletana è patrimonio di tutti noi!’. Finalmente il riconoscimento dovuto, da parte del Comitato per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, riunito in sessione in Corea del Sud, per un prodotto unico nel mondo per bontà e qualità dei suoi ingredienti, la base della nostra cucina Made Italy”. Così Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura. “Un prodotto – sostiene Oliverio – frutto della sapienza millenaria dei pizzaioli di Napoli che non poteva non essere tutelato dalle innumerevoli contraffazioni che rischiano di inquinarlo, uno tra gli alimenti italiani più esportati in tutto il mondo, con una sua storia e tradizione importante da proteggere e tramandare. Sono molto soddisfatto che il Comitato abbia valutato positivamente la candidatura italiana, una vittoria dovuta in primis all’impegno di Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde che, in questi anni, ha avuto tutto il nostro sostegno, insieme alle organizzazioni agricole, prime fra tutte Coldiretti. Da oggi, l’autentica filiera produttiva della pizza napoletana, è stata messa in cassaforte e nessuno ce la può rubare!”.
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(foto da Facebook)