Sono state ben 2 milioni le firme raccolte per il sostegno della candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale dell’Unesco, grazie alla mobilitazione straordinaria al Villaggio contadino della Coldiretti sul lungomare Caracciolo, Rotonda Diaz a Napoli.
Lo ha reso noto proprio la Coldiretti. Si conclude, così, “un percorso iniziato quasi 7 anni fa con l’appuntamento finale per il voto, dal 4 all’8 dicembre a Seul in Corea del Sud, del Comitato Intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio immateriale dell’Unesco”.
La candidatura della pizza è l’unica italiana delle 34 che saranno esaminate dal Comitato dopo una lunga istruttoria per l’iscrizione nel patrimonio dei beni immateriali.
La pizza napoletana, dice la Coldiretti, dal 4 febbraio 2010 è stata riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dall’UE, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare a “un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità”.
L’adesione della Coldiretti insieme con l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e con la fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio “ha creato tutte le condizioni per raggiungere un risultato storico per il prodotto simbolo dell’identità nazionale”.
La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro con almeno 100mila lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali – evidenzia la Coldiretti – se ne aggiungono altri 50mila nel fine settimana, secondo i dati dell’Accademia Pizzaioli.
Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio.
Secondo un sondaggio del sito Coldiretti, oggi il 39 per cento degli italiani ritiene che la pizza sia il simbolo culinario dell’Italia e che la pizza sia la parola italiana più conosciuta all’estero con l’8 per cento, seguita dal cappuccino (7 per cento), dagli spaghetti (7 per cento) e dall’espresso (6 per cento), secondo un sondaggio on line della Società Dante Alighieri. La passione per la pizza è diventata planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 chili di pizza pro capite annui chiudono
questa classifica.
(ANSA)